sabato 13 luglio 2013

PREMI, PIPISTRELLI E PECCATORI

Cari amici e care amiche del blog,
è da un po' che non aggiorno questa landa desolata.

Da un lato succede che, come diceva Joker: "Infinite cose da fare, e così poco tempo". Dall'altro, avrei così tante cose da dire, che alla fine non ne dico nessuna. Scherzo, qualcosina la dico.

Partiamo da una bella, bellissima notizia. 

È uscito il numero 36 della Writers Magazine Italia, che mi vede in copertina accanto al bravissimo Marcello Simoni, autore di best-seller che stanno spaccando un po' dappertutto. Ebbene sì, stavolta accanto al big c'è il sottoscritto perché, come potete leggere su forum della WMI, a questa discussione, quei vulcani dello staff hanno introdotto un ulteriore "premio" per il vincitore del concorso WMI: apparire in copertina, per dare maggiore risalto al vincitore del premio.
Stavolta è toccato a me, con un racconto al quale tengo in maniera particolare: C'è ancora tempo. Un racconto anomalo, diverso dal mio solito: non è un thriller né un horror, ma una storia d'amore e di viaggi nel tempo (o del tempo? Lo scoprirete solo leggendolo, parafrasando Battisti). Una bella soddisfazione, anche perché francamente non me l'aspettavo. Quando l'ho riletto, ero convinto che nessuno lo capisse: troppo complesso, troppo astruso, mi dicevo. E invece i fatti mi hanno smentito.
A proposito, se qualcuno fosse interessato alla rivista, vi ricordo che potete acquistarla QUI: all'interno troverete tanti altri bei racconti, interviste, recensioni e consigli sulla scrittura. Vi conviene non farvela scappare.

Bene, la parte dedicata ai piccoli successi del sottoscritto è finita, direi.
Passiamo ad altro.

Chi mi conosce sa quanto io sia legato al mondo dei fumetti. 
Se dovessi fare un elenco, davvero non saprei da dove cominciare. Adoro la complessità di Dylan Dog, le suggestioni di Brendon, la solarità di Julia, la spietatezza di Diabolik, le tirchieria di Zio Paperone, le avventure di Paperinik, le acrobazie dell'Uomo Ragno, i poteri di Superman, i personaggi sadici di Sin City, e potrei continuare all'infinito. Non amo i fumetti di un solo genere o di un solo editore, ma cerco di leggere di tutto. Per dire, ultimamente mi sono appassionato a Zerocalcare, che presumo molti di voi conosceranno.
Il mio intento, però, è quello di dedicare questo intervento a Batman. Negli ultimi mesi, tra le varie cose, mi è capitato di leggere tre albi dell'Uomo Pipistrello: tre storie che affrontano con stili e idee diverse il mondo del vigilante di Gotham City.

Partiamo da Preda. 
Si tratta di una delle più belle avventure del Cavaliere Oscuro, riproposta in una edizione cartonata davvero prestigiosa.
I testi sono di Doug Moench, i disegni di Paul Gulacy e, in verità, l'albo si divide in due sottotrame: "Preda" e "Terrore" (il naturale sequel della prima). Volendo collocare la vicenda nella continuity batmaniana, possiamo dire che le storie narrate si collocano poco dopo Batman: anno uno, il capolavoro di Frank Miller che ha riscritto le origini del giustiziere incappucciato. L'uomo pipistrello, in questa storia, è ancora poco conosciuto: la polizia stessa lo teme e gli dà la caccia. L'unico disposto a riporre fiducia nel supereroe è il fedelissimo commissario Gordon che, tra alti e bassi, non lo abbandonderà mai.
In questa avventura, l'eroe dovrà scontrarsi con il perfido dottor Hugo Strange e con il rinato Spaventapasseri. Un duo davvero micidiale, soprattutto se si considera che si tratta di due esperti della psiche umana. La guerra, per il nostro beneamato, sarà più mentale che fisica, e sarà funestata anche dalle graffiatine moleste della sensuale Catwoman.

Il secondo albo che ho letto si intitola Joker.
La storia è stata scritta dal bravo Brian Azzarello, e i disegni (davvero stupendi) sono di Lee Bermejo. La trama è piuttosto lineare: il Joker, non si sa bene perché, è stato rilasciato dal manicomio di Arkham. Tornato in una Gotham City che si è quasi dimenticata di lui, scatenerà una guerra contro tutto e tutti, allo scopo di rinconquistare il potere perduto. In questa novella comprariranno altri famosi villain, come il Pinguino e Due Facce. Il fumetto, tutto sommato, è buono. L'intento è quello di scandagliare la psicologia smisurata di questo burlone psicopatico, per farci entrare nel vortice di devastazione e follia di una mente sul baratro. La mission è lodevole anche se, devo ammettere, la storia non decolla mai sul serio. Azzarello sarebbe potuto scendere molto più in profondità, avrebbe potuto scrivere una graphic novel di ben altro spessore, ma forse non era questo il suo scopo primigenio. Il fumetto si mantiene su un livello medio, senza spiccare mai il balzo. Quello che resta è una storia gradevole, fatta di violenza e follia, un dramma che si consuma in una città divorata dal crimine e dalla corruzione, il ritratto di un Joker realistico e profondamente solo.

Concludiamo con il capolavoro, Batman: Arkham Asylum
Scritta da Grant Morrison e illustrata da Dave McKean, la graphic novel risale al 1989 ed è uno dei capisaldi della letteratura riguardante Batman. La storia in breve: i pazienti del manicomio di Arkham si sono impadroniti dell'edificio e, tenendo in ostaggio lo staff ospedaliero, hanno una sola richiesta: che Batman accetti di incontrarli. L'uomo pipistrello, da solo, entra nella casa dei matti, dove il Joker fa da direttore d'orchestra a una danza di sfrenata follia. La trama, di per sé, conta poco: il viaggio è tutto psicologico. È Batman che affronta le sue nemesi, in un percorso catartico che lo porterà ad affrontare se stesso e le proprie paure, a scendere indifeso nel baratro del proprio agire, ponendosi domande alle quali non troverà risposte. La storia si alterna con i diari del dottor Amadeus Arkham, il fondatore del manicomio: dalle pagine emergono le tragedie che hanno minato la sua sanità mentale, come l'uccisione della madre (perseguitata da un enorme pipistrello) e il brutale assassinio della moglie e della sorella.
Batman: Arkham Asylum non è un fumetto semplice e non è un fumetto per tutti: è più un'opera d'arte, che non un albo da intrattenimento. Le illustrazioni di Dave McKean sono quadri surreali in cui le citazioni e i riferimenti non si contano più, e quello dell'uomo pipistrello non è più una battaglia fisica, ma una fuga dalla propria irrazionalità, un viaggio di salvezza che, dagli abissi dei propri lati oscuri, lo porterà a scappare verso la libertà.